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di bran marshall

La storia di un uomo
incontrato in treno.

Bran Marshall è lo pseudonimo che io e mio fratello Andrea abbiamo scelto per scrivere a quattro mani Partitura spezzata, la storia di un uomo incontrato in treno. Lui ci ha raccontato la sua vita straordinaria che noi abbiamo deciso di tramandare in forma di Diario. Usando una metafora musicale, possiamo dire che la sua partitura ci ha subito risuonato dentro.

partitura spezzata - brunella marcelli
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sinossi

Una lettera arriva e parte lo scambio. Il dialogo a distanza tra un padre, in crisi di coscienza, e un figlio che ha rinnegato a sua volta la paternità.
Diario personale, ma anche polifonia: visione corale di due mondi, diversi per identità e dimensione spazio-temporale. La Napoli post terremoto, disperata ma pronta a infiammarsi per le gesta di Maradona, colorata nei personaggi e musicale nella ritmica dei suoni e dei rumori, contrapposta alla Parigi di oggi, cartesiana e monocromatica terra di accoglienza.
La storia di Bran Marshall, pur essendo una cronaca sulle motivazioni di una fuga, a tratti riesce a diventare un’impietosa analisi della guerra tra i sessi. Ed è in quei momenti ‒ diluiti tra un amplesso e l’altro, una seduta al piano e i ricordi ‒ che il musicista divenuto prostituto si scopre filosofo della partitura della vita.

Bran Marshall — Partitura spezzata — Robin edizioni, 2012 — ISBN: 9788867400201
Prologo. Storia di un incontro

Bran Marshall l’abbiamo incontrato in treno. Durante uno di quei viaggi lunghi in cui incontri sconosciuti che prima annusi e con cui poi ti sciogli. Lui ci è piaciuto subito. Dico “ci”, perché su quella carrozza di treno mi trovavo insieme a mio fratello Andrea.
Lui ci sedeva davanti. Era diverso. Aveva un non so che di particolare. Brillava per unicità. Quel tipo di mascolinità alla David Bowie per intenderci. Elegante e ambigua. Emanava un certo charme distante.

Nonostante lo sguardo dai finestrini in fuga, il nostro occhio tornava lì. A lui. Come le falene attratte dalla luce. Forse, potremmo definirlo quello strano carisma che hanno quegli individui che, nonostante gli oltraggi della vita, rimangono puri?

Lui aveva una storia da raccontare. Quando il vagone si è svuotato e siamo rimasti solo noi tre, le cortine sono scese. La sua era una storia pazzesca, per certi versi assurda. Forse stava mentendo. Chi può dirlo! Ma se anche fosse stata una menzogna, quello che narrava ci corrispondeva tantissimo. Ci ha permesso di tramandare, celandosi.

Bran è la fusione dei nostri due nomi.

Partitura spezzata: un diario spirituale, una lettura sociale, un romanzo alchemico di fusione

Gli ultimi vent’anni! Cosa ci è successo? Come siamo cambiati nelle relazioni, nella crescente conflittualità tra i sessi e nell’ampliarsi di un’intermedia sfumata linea di confine tra il maschile e il femminile, dove il rispecchiamento dell’ego personale prevale.

Il percorso di Bran Marshall si snoda tra gli anni ’80, nella Napoli post terremoto, offesa ma vitale e la Parigi dei nostri giorni, terra d’esilio per un uomo che decide di ridefinirsi, scomparendo.

Musicista classico, poi prestato al jazz nei fumosi locali partenopei; ragazzo cosmopolita dell’alta borghesia che s’innamora di una ragazza del popolo, trovandosi invischiato nella vita dei “bassi”, Bran Marshall fa della sua ambiguità un trofeo di vittoria. Apollo e Dioniso a passo di danza dal paradiso all’inferno. Lo seguiamo con lo sguardo dai panorami di Posillipo, passando per i quartiere spagnoli, fino ai sottoscala dove si fa musica.

Lo vediamo ballare sull’orlo del precipizio, accompagnato nelle sue peripezie da uno strano Virgilio, il personaggio Angelo Fosco, malavitoso-filosofo, amante del jazz che lo protegge e lo introduce nel suo mondo, rendendolo una celebrità dei suoi locali notturni e musicista per eventi familiari di personaggi poco raccomandabili.

Ma il mondo di Bran precipita e questo crollo diventa metafora dei nostri tempi confusi. Negli anni 80 tanto celebrati già brillano le schegge dell’imbecillità attuale ed il protagonista al termine della sua parabola personale si trasforma in uomo in fuga. Colui che si eclissa per diventare più presente a se stesso, il monaco della grotta che medita. Non esserci per esserci. Nell’epoca in cui tutti vogliono apparire, lui scompare e fa della prostituzione il suo riscatto. Ogni donna, un libro da approfondire, una pagina della sua vita da recuperare, la sua parte femminile da reintegrare, fino al confronto finale che è quello con il padre per una ridefinizione del suo ruolo maschile.

Partitura spezzata è concepito come un romanzo epistolare, dove le lettere che giungono dal padre, segnano i contrappunti alla partitura stessa. I continui flashback tra Napoli anni 80 e la Parigi di oggi rappresentano variazioni su tema tra policromia e monocromaticità, tra ciò che eravamo e quello che siamo diventati.

L’Ermafrodito, Il Mito dell’Androgino: un romanzo a Quattro Mani

Pubblicato in forma di finta biografia, Partitura spezzata cela l’identità mia, di mio fratello Andrea e quella dello sconosciuto in treno. Per raccontare un personaggio tanto ambiguo ci voleva l’alchimia di una fusione tra maschile e femminile, espressione di un ermafroditismo spirituale, metafora e anticipazione dei tempi a venire. Quando ho proposto ad Andrea di fare questa sperimentazione lui l’ha trovata geniale. Non poteva immaginare che, in fondo, stavamo giocando con le nostre vite. In Bran Marshall c’era il nostro passato, presente e futuro. Talvolta il verosimile può risultare ancora più vero, più profetico.

Abbiamo iniziato suddividendoci i capitoli, inviati via mail. Una sorta di romanzo epistolare tra noi, storia nella storia. Lui a Parigi, io a Roma con la Napoli a fare da sfondo, perché centro della nostra infanzia e della nostra adolescenza. Poi lo scambio: io avrei scritto le parti parigine, lui quelle napoletane. Io sarei entrata nella psicologia del maschio che possiede le donne e mio fratello avrebbe animato il mondo femminile. Quindi l’innesto finale. Un’intersezione continua tra le righe fino a fondere i due stili di scrittura, in precario equilibrio tra iperbole e sottrazione, disordine e ordine, edonismo e ascesi. L’unione: il superamento della dualità. Perché la parabola di Bran Marshall è una storia di reintegrazione del femminile per la creazione di un nuovo ordine maschile.

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